Biografia

Franca Ghitti (Erbanno 1932 – Brescia 2012) nasce in Val Camonica. Studia all’Accademia di Brera a Milano, frequenta a Parigi l’Académie de la Grande Chaumière, a Salisburgo il corso di incisione diretto da Oskar Kokoschka. Inizia a dipingere nell’adolescenza. A partire dai primi anni 50 dà il via a una serie di dipinti e cicli pittorici dove senso della tradizione e invenzione si combinano producendo opere originali e di grande fascino, tra questi i primi: Racconti della Valle.

Nel 1963 collabora con Manuel Anati alla fondazione del Centro Camuno di Studi Preistorici e si avvicina allo studio delle mappe incise della Val Camonica. Reinventa su tavolette di legno, con reti metalliche e chiodi, le sue prime Mappe.

Realizza negli anni Sessanta le prime sculture in legno (Vicinie, Rogazioni, Litanie) proponendosi di definire fin da allora un’immagine dello spazio che abbia anche una dimensione del tempo e della storia. Recupera legni usurati, avanzi di segheria, chiodi, per evocare la presenza di una cultura intessuta di elementi costanti e ripetuti.

Nel 1966-1967 realizza i Racconti della Valle, una serie di affreschi per il Palazzo del Comune di Breno.
Dal 1969 al 1971 vive e lavora in Kenya, dove realizza, per incarico del Ministero degli Esteri (Cooperazione Culturale Scientifica e Tecnica), le grandi vetrate legate in cemento della Chiesa degli Italiani a Nairobi. I viaggi e i contatti con molte culture tribali le chiariscono il valore dei codici formali come sedimenti, “altri alfabeti” lasciati dalle comunità e dalle strutture sociali. Da qui anche l’esperimento di cartografie basate sulla topologia con la presenza organizzata di materiali locali (soggiorno a Wamba e Loiengalani, sul Lago Turkana nel 1969).

Rientrata in Italia, lavora il legno e il ferro, rivisitando linguaggi ormai emarginati, legati alle vecchie tradizioni di lavoro nei boschi e nelle fucine. Fra il 1972 e il 1976 realizza La Creazione e l’Apocalisse, due cicli di vetrate per la Chiesa del Popolo di Costa Volpino (Bergamo). Nel 1977 svolge, su incarico del Ministero dei Beni Culturali, attività di ricerca in collaborazione con il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.

In quest’ambito di indagine storico-antropologica, nel 1978 avvia e dirige la collana Arti e Tradizioni Popolari Camune (pubblica: La valle dei Magli, 1978 La farina e i giorni, 1979) per le Edizioni Scheiwiller di Milano.

Nel 1979 realizza Ghitti-Gate, scultura-cancello per il Museo Agricolo del Castello di Brunnenburg (Merano).

Sue mostre sono presentate in importanti sedi a Mantova, Torino, Milano, Heidelberg, fino alla grande antologica Al Museo di Palazzo Braschi a Roma nel 1988.

Già dagli anni Settanta la scultura di Franca Ghitti, che ha preso le mosse delle strutture fondanti le architetture rustiche (corde annodate, tacche sulle cortecce, allineamenti e incastri di legni e pietre), dialoga direttamente, in grandi installazioni, con le tecniche modulari e le architetture contemporanee. Lo si può vedere in rapporto a più culture, dall’installazione con le tegole lignee di Pipmuacan in Labrador nel 1980, alle pietre di Pantelleria “irretite” nel 1983, ai mattoni, tegole e coppi in terracotta eretti come una costruzione funzionalista alla periferia di Guatemala City nel 1996.

Tra i vari interventi pubblici, l’idea di una scultura creatrice di luoghi di riflessione e identificazione collettiva si esprime in una grande installazione in rapporto con lo spazio urbano per la piazza di Nadro in Val Camonica e in grandi installazioni in ferro per varie sedi, in Italia e all’estero, della Banca Credito Italiano.

Tra la fine degli anni 80 e primi 90, Franca Ghitti allestisce mostre sul Bosco a Milano, Regensburg, Monaco di Baviera e all’Università di Pavia (dove il Wald e la Meridiana sono disposte come grandi mappe); realizza La città e la sua impronta nel 1994 alla New York University, la Memoria del ferro a Brescia e a Vienna; a partire dal 1993 l’Omaggio a Brancusi a Vienna, Oradea, Cluj, Debretin, Budapest, Monaco di Baviera, New York, con allestimenti inediti in ogni sede. Nel 1995 una sua antologica viene ospitata nelle sale di Palazzo Martinengo e nell’ex Chiesa di San Desiderio a Brescia.

Nel 1997 realizza significativi interventi pubblici, come Il segno dell’acqua, una grande struttura a cascata in ferro nel lago di Iseo (Brescia); L’Archivio dei materiali, un intervento ambientale con vetrocemento, pietra, ferro e legno nel nuovo quartiere di edilizia residenziale di San Polo a Brescia; il Mappale cubico per la sede dei Costruttori di Brescia.

Rinnova così la ricerca sulle Mappe, recuperando scarti di ferro.

Nel 1998 tiene una conferenza all’Istituto Italiano di Cultura a New York sul tema Lost Alphabets: una rilettura trasversale del proprio percorso scultoreo. Nello stesso anno termina le vetrate per una nuova chiesa a Bergamo e come Visiting Professor all’Akademie del Bildenden Künste di Vienna realizza cinque installazioni dal titolo Altri Alfabeti, affidando a materiali diversi (terra, calce, rete di ferro, corde) un ripensamento di alcuni snodi delle sue sculture ambientate, vere e proprie Mappe. Continua il dialogo con architetti e progettisti che trovano nei suoi lavori momenti di incontro e di confronto per una riflessione viva sullo spazio come “luogo di appartenenza”.

Nel 2000 espone Other Alphabets alla O.K. Harris Gallery di New York; i Cancelli d’Europa a settembre a Monaco di Baviera (Pasinger Fabrik) e a novembre a Bilbao (Fundacion Bilbao Bizkaia Kutxa).

Nel 2001 realizza una grande scultura in ferro per la Rocca di San Giorgio a Orzinuovi (Brescia) dove allestisce la mostra Cancelli d’Europa con sette grandi installazioni in ferro.

Nel 2002, la mostra Cancelli d’Europa è presentata alla Young Arts Gallery di Vienna in collaborazione con l’Associazione degli Architetti viennesi. Nel Parco Torri Gemelle degli Spalti San Marco di Brescia presenta una grande Meridiana in ferro. Nel 2003 su invito di Pitti Immagine Uomo, alla Fortezza da Basso, a Firenze, realizza l’Albero-vela e la Spirale, una grande installazione in ferro. Sempre del 2003 l’antologica Altri Alfabeti: sculture e installazioni nel Palazzo Besta di Teglio (Sondrio). Nel novembre-dicembre dello stesso anno presenta Maps-Mapping, sculture e installazioni alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York. Qui il tema delle mappe, fondamentale nel suo percorso, viene ripensato in una prospettiva più vasta e attraverso una nuova ricerca di materiali. Nello stesso periodo realizza un’installazione Cancelli d’Europa per la nuova sede della Confartigianato di Brescia.

Nel novembre del 2003, alla New York University/Casa Italiana Zerilli Marimò, John Freccero e Margaret Morton presentano il suo ultimo libro: Maps-Mapping (Charta, Milano). Nel 2005 una sua antologica viene presentata al Museo Diocesano di Milano. Nel 2005 si dedica (tra aprile e ottobre) ad una originale rielaborazione del tema “Cancelli d’Europa”, attraverso nuove installazioni presentate in tre sedi universitarie (Brescia, Università Cattolica – Milano, Politecnico – Houston, College of Architecture University of Houston), anticipate da letture rivolte a studenti e docenti delle stesse università.

Nel 2007 viene pubblicato il libro Ghitti – Iron Memory (Edizioni Mazzotta, Milano), con presentazioni in varie sedi e realizzazione di nuove installazioni (Palazzo Loggia, Brescia; Palazzo della Triennale, Milano; Accademia Tadini, Lovere). Segue nel 2007, da luglio a settembre, la mostra Percorsi (Accademia Tadini, Lovere).

Nel 2008 la mostra Pages – Nails alla OK Harris Gallery di New York propone le Pagine chiodate, opere inedite di grafica e scultura realizzate con carta, cartone e chiodi. Dal giugno all’ottobre 2008 partecipa con Cancelli d’Europa alla Biennale Internazionale di Scultura ad Agliè. A settembre su invito di BresciaMusei, inaugura la mostra La città e la sua impronta al Castello di Brescia. Nel novembre 2008 vince il Concorso di idee per la realizzazione di un percorso museale nella Città di Chiari. In maggio e giugno 2009 presenta il Progetto per zona Navigli: Scultura nella città – Acqua sul Naviglio, Museo della Permanente, Milano. Segue, durante il mese di ottobre 2009, la nuova esposizione La ville et son empreinte – sculptures et installations nelle sale dell’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris La Villette. Tra marzo e aprile 2010 termina le Porte del Silenzio e l’arredo per la cappella del Nuovo Ospedale di Como.

Nell’estate 2010 è protagonista della prima edizione di Aperto2010.[fare]arte in valle_art on the border in Valle Camonica, con installazioni diverse per le tre sedi della manifestazione (Bienno, Erbanno e Breno). Nei mesi di settembre e ottobre 2010 espone Pagine e libri chiodati presso la Fondazione Morcelli Repossi di Chiari.
Tra marzo e aprile del 2011 espone Frammenti dell’Albero. Sculture e installazioni presso la Sala Foyer dell’Università Bocconi di Milano, dove presenta anche il suo ultimo lavoro monografico Ghitti. La grammatica dei chiodi_The Grammar of Nail, che contiene una raccolta di opere dal 1963 al 2010. Presso l’Antico Oratorio della Passione della Basilica di S. Ambrogio di Milano nel mese di aprile 2011 presenta, inaugurandola il Giovedì Santo, l’installazione Ultima Cena, già esposta nell’antica chiesa di Erbanno, Val Camonica. La stessa installazione in versione modificata rispetto alla precedente viene presentata al Museo Diocesano di Brescia (maggio-luglio 2011). A luglio è a S. Pietroburgo dove realizza alcune installazioni per il Museo D’Arte Contemporanea Manege (luglio-settembre 2011). Da settembre a novembre del 2011 i suoi Tondi vengono esposti in Franciacorta nelle nuove cantine del Barone Pizzini. In febbraio del 2012 cinque installazioni in ferro vengono presentate in Germania, a Düsseldorf.

Negli ultimi anni, la sfida di Franca Ghitti è diventata quella di affrontare il suo tempo, le tecnologie e i linguaggi seriali, restituendo ad essi un ritmo di elementi esistenziali, in sequenze stratificate di stampi e scarti di lavorazione del legno e del ferro. Le sue installazioni trasformano uno spazio geometrico in uno spazio storico, così che il “luogo della scultura” si offre come deposito e archivio di vere e proprie strutture ideologiche, sociali e di lavoro.

Franca Ghitti muore l’8 aprile, giorno di Pasqua, del 2012 per un improvviso aggravarsi del male con cui lottava da circa quattro anni. Riposa nella cappella di famiglia del piccolo cimitero di Erbanno in Valcamonica. Lascia un’opera ingente e in parte sconosciuta. Una serie di iniziative si avviano dopo la sua morte per la conservazione, catalogazione, valorizzazione e studio della sua opera. A questo scopo nel 2013 nasce la Fondazione “Archivio Franca Ghitti”.

Tra le iniziative si ricordano: il Convegno organizzato a New York A Celebration of Franca Ghitti Life and Work, New York University,novembre 2012; l’Omaggio a Franca Ghitti del Museo Diocesano di Brescia, marzo 2013; la mostra milanese Franca Ghitti, Un’idea di libro, a cura di Elena Pontiggia, Biblioteca Sormani, Scalone Monumentale, 10 aprile-10 maggio, 2013; Franca Ghitti: Le vie dell’acqua, trenta sculture e installazioni, Castello di Sirmione (Brescia) 30 giugno- 26 settembre 2013 su invito della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Brescia, Cremona, Mantova; Franca Ghitti, Ultima cena 1963-2011. Un’installazione, Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, Villa Clerici, Milano, 20 marzo-19 luglio 2014. Sempre nel 2014, tra luglio e novembre e su invito del Musil di Brescia, una sua antologica a cura di F. Lorenzi e M. Meneguzzo, Franca Ghitti: Ferro, terra, fuoco, legno viene ospitata al Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica.

Nel 2015, nell’ambito delle manifestazioni dell’Expo, l’Ultima Cena 1963-2011 di Franca Ghitti viene esposta all’università Cattolica di Milano (giugno-luglio). La cura della mostra è di Cecilia De Carli. Nell’occasione vengono dedicata a Franca Ghitti due tavole rotonde sempre a cura di Cecilia de Carli che ne cura la pubblicazione.

Nel 2016 esce la prima monografia dedicata a Franca Ghitti a cura di Elena Pontiggia, edita da Skira, Milano. Nel 2014 i Musei Vaticani hanno acquisito due opere di Franca Ghitti. Sono entrate nella prestigiosa collezione una scultura in legno di grandi dimensioni Stele degli anni Sessanta e il Libro bianco chiodato, in carta, cartone e chiodi del 2010. Nello stesso anno la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ha acquisito: Bosco, una grande installazione-scultura formata da tre Alberi in ferro, subito riconosciuta tra i beni del patrimonio artistico nazionale.

Nel dicembre 2022 in occasione della donazione dell’Ultima Cena (1963-2011) al Museo Diocesano di Brescia, il museo rende omaggio all’artista allestendo l’opera nella sala antistante il refettorio monumentale, creando un dialogo con l’affresco seicentesco raffigurante una ultima cena.

Grazie alla volontà del Comune di Darfo Boario Terme e della Fondazione Archivio Franca Ghitti, nel settembre 2023, apre al pubblico la sede provvisoria del Museo dedicato all’opera e alla figura di Franca Ghitti, nell’attesa della fine del restauro del prestigioso edificio settecentesco, dove troverà collocazione anche l’Archivio e la Biblioteca dell’artista.